Colore Peridoto: verde, verde-oliva, giallo-oro, brunastro.
Composizione chimica: silicato di ferro e magnesio.
Gruppo: silicati
Sistema cristallino: rombico.
Abito: prismatico, di solito massivo.
Durezza: 6,5-7.
Peso specifico: 3,25-3,45 (3,3).
Sfaldatura: imperfetta – 2 direzioni.
Inclusioni: cristalli di spinello nero e cromite, veli “lily pads”, sfoglie di mica, cristalli negative, diopside.
Indice di rifrazione: 1,650-1,654.
Trasparenza: da trasparente a traslucido.
Lustro: vitreo.
Termosensibilità: minima.
Solubilità: in acido muriatico.
Etimologia: dal francese “peridot” – poco chiaro (oppure dal greco “chrysos” – oro giallo).
Particolarità
Rappresenta uno dei materiali gemmiferi più attraenti, il nome deriverebbe dall’arabo faridat (gemma) oppure da un altro termine di origine francese peridot (poco chiaro). I cristalli sfaccettabili provengono dall’Egitto, ma materiale gemmifero si estrae anche in Etiopia, Messico, Norvegia, Francia, Germania, Australia, Cina, Pakistan, Russia e Stati Uniti (Arizona, Hawaii, New Mexico, North Carolina).
All’inizio si pensava che il peridoto fosse una varietà di olivina, che oggi è invece la denominarne di un gruppo. I greci e i romani conoscevano il peridoto, rispettivamente, come topazion e topazius, poi queste denominazioni sono finite in disuso per evitare confusione con i topazi. Il peridoto è costituito dalle varietà gemmologiche del gruppo di minerali delle olivine. I più comuni sono la fayalite e la forsterite: la percentuale di ferro nel minerale determina la colorazione più scura e meno trasparente, che può andare dal giallo al verde.
A parte la disquisizione, è una gemma stupenda, impiegata fin dall’antichità, dagli antichi Egizi che oltre tremila anni fa la chiamavano “gemma del Sole”. La sensibilità del materiale durante la lavorazione cambia da esemplare ad esemplare.
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